INSUFFICIENZE IDRAULICHE - tratto da un articolo di Mario Pizzolon

"Insufficienze della rete idrografica minore:
1) Un ruolo negativo lo ha avuto l'urbanizzazione selvaggia del territorio senza molto preoccuparci delle conseguenze che sarebbero derivate da queste attività.
2) Gravi errori della pianificazione dell'uso del territorio in quanto è stato deciso l'insediamento in zone che erano pericolose dal punto di vista idraulico.
3) Perdita della cultura della manutenzione delle opere. Nessuna opera dell'uomo mantiene la sua efficacia in termini di risultati se non viene mantenuta (ormai è sparito anche dai capitoli di spesa).
L'uomo ha responsabilità molto rilevanti e in alcuni casi determinanti. E le responsabilità sono da attribuire alla nostra generazione non a quelle che ci hanno preceduto perchè le alluvioni da insufficienza della rete idrografica minore sono accaduti in modo evidente a partire dagli anni 60 del secolo passato e, con il progredire degli anni, questa situazione è peggiorata.
Insufficienze della rete idrografica principale.
Problemi importanti per la struttura idrografica del Veneto, si considerino infatti la portata (mc/s) prevista a monte di alcune località lungo i fiumi della nostra regione e la “sopportabilità del tratto a valle”:
TAGLIAMENTO A PINZANO 5000 - A VALLE DEL SUO DIVERSIVO CAVRATO 1600
LIVENZA A MOTTA 1500 - 1200
PIAVE A NERVESA 4850 - A VALLE DI PONTE DI PIAVE E QUINDI SAN DONà 3000
BRENTA A BASSANO 2700 - PADOVA 1600
BACCHIGLIONE A PADOVA 650 - A VALLE 500
ADIGE A TRENTO 2300 – RISOLUZIONE CON LA GALLERIA ADIGE-GARDA TERMINATA NEL 1959 DA 500
La pericolosità dei grandi fiumi è stata anche in questo caso accresciuta dall'uomo, magari per interventi eseguiti anche in un passato lontano che hanno comportato un sottodimensionamento delle sezioni dei fiumi rispetto alle portate massime che si possono verificare.
Si agisce e si è agito comunque negativamente anche nel passato prossimo eccedendo nella utilizzazione delle risorse idrauliche.
Non si ha solo l'effetto dell'acqua che non scorrere più nei fiumi ma si verificano anche conseguenze negative nell'evoluzione morfologica degli alvei, i quali, se impegnati da piene importanti, hanno sezioni del tutto inadeguate.
Si consideri altresì il problema delle aree occupate ma di stretta pertinenza fluviale (residenze e zone di attività produttive).
La Commissione De Marchi istituita dal Governo dopo l'alluvione del 4 novembre 1966 indicò con chiarezza le opere da realizzare per porre in sicurezza i più importanti fiumi della nostra Regione.
Ma le opere degli Atti della Commissione non vennero mai realizzati, a meno di un'opera che trovò la convergenza di “interessi particolari”."

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