L'intervento del Dott. Antonio Draghi alla conferenza di Vigonovo
Il Comitato Brenta Sicuro vi ripropone in formato digitale l'analisi che il dott. Antonio Draghi ha prodotto in occasione della serata in memoria dell'alluvione del 1966, tenutasi Mercoledì 14 Settembre a Vigonovo e a cui hanno partecipato anche altri testimoni, ricordando a tutti noi in modo chiaro che quella è stata una tragedia di dimensioni spaventose, che non si dovrà MAI PIU' ripetere sia nei nostri territori, che nel resto d'Italia. I modi per evitare questo tipo di calamità naturali ci sono, per questo DOBBIAMO unire le forze e fare pressione in modo che gli organi di competenza si mettano in moto per effettuare ciò che dovrebbe essere L'ORDINARIA PREVENZIONE.
L'intervento:
L'intervento:
VIGONOVO
14 SETTEMBRE 2016 - Antonio Draghi
1.Sono
passati 50 anni dalla grande alluvione del 1966. Quando i media parlano dell’alluvione del novembre del 1966
comunemente intendono quella che tra i
giorni 3 e 4 interessò disastrosamente la città Firenze. In realtà le
regioni più colpite furono quelle del Nord-Est dove avvennero estese
inondazioni e numerose frane. Nelle regioni
settentrionali i morti furono 87. Gli sfollati furono oltre 42.000, di cui 25.800 in Veneto. In Pianura
Padana e nella Pianura Veneta furono inondati almeno 137 kmq di territorio, e
furono riportati danni in almeno 209 Comuni. Fra i comuni che ebbero più danni
e moltissimi sfollati ci fu Vigonovo. Il Brenta in piena eccezionale respinse
le acque della concomitante piena del Bacchiglione che scendevano dal Piovego, il
quale esondò e ruppe.
2.Dopo aver disatteso per decenni i piani predisposti
subito dopo quella alluvione, furono alcuni comitati che sulla base degli studi
e delle indicazioni dell’Istituto di idraulica e idrodinamica dell’Università
di Padova diretto dal prof. Luigi D’Alpaos, fecero ripartire un processo positivo di presa di coscienza, di
consapevolezza del rischio che continuava a persistere in tutta questa vasta
zona. All’opera di sensibilizzazione dei comitati cittadini seguirono via via le prese di posizione di tanti comuni,
veneziani e padovani. C’era però prima di tutto da sconfiggere una visione
imperante, quella speculativa del territorio, che configgeva con la nostra che
pretendeva la salvaguardia delle vite e dei beni dei cittadini. Ricordiamo che
di fatto si voleva usare per la camionabile , accompagnata dai pioni
dell’elettrodotto aereo, il sedime da tempo predisposto per l’ idrovia e in buona parte già espropriato. Mentre il completamento dell’idrovia sarebbe stato
con tutta evidenza la soluzione per le piene del Brenta e per quelle del
Bacchiglione, soprattutto per quelle congiunte di Brenta e Bacchiglione. (Brenta
e Bacchiglione sono un unico sistema idraulico). Convegni, manifestazioni,
pressioni, ma anche inchieste e arresti eccellenti . Abbiamo arrestato la
camionabile ( salvo che è ancora indicata nella pianificazione regionale)
abbiamo bloccato, anche se non del tutto, la prepotenza di Terna e il suo
vergognoso e primitivo elettrodotto aereo.
3.Sei anni fa, nel 2010, una nuova alluvione; stavolta nel
vicentino e nel vicino territorio padovano attraversato dal Bacchiglione. Dopo
quest’ altra alluvione, finalmente il tema della prevenzione ha incominciato a
farsi strada. Ma si doveva, e ancora si deve, sconfiggere un’altra visione
distorta, quella che ritiene essere più conveniente aspettare il fenomeno,
rispondere all'emergenza grazie,
seppellire i morti e riparare i danni Ma si tratterà come sempre solo di
una parte dei danni. Ignorando fra l’altro che, sia nel caso dei terremoti che
in quello delle alluvioni, il danno principale è quello che dà l’insicurezza ancor prima che l’evento si scateni, quella
angoscia latente che priva ognuno di noi
di quella tranquillità psicologica che
ogni cittadino cosciente merita per sé,
per la propria famiglia, per la propria comunità, per le proprie
attività, per la propria terra.
4. E finalmente la Regione si è decisa a predisporre il Progetto
Preliminare del completamento dell’Idrovia che funzionerà in primo luogo come
scolmatore di 350 mc/sec. in caso di piena nel bacino Brenta Bacchiglione. Un
primo passo avanti e una prima vittoria per chi ha pensato al recupero di
quest’opera incompiuta e per chi si è mobilitato e si è battuto. Ma non basta ! E non bastano i primi
interventi, ancora molto parziali, sugli argini del Bacchiglione-Roncajette e su quelli del Brenta Cunetta, argini che
sono in condizioni disastrose, come non bastano i bacini di laminazione a monte
di Vicenza.
5. Ora c’è una grande occasione che non bisogna perdere. Il
governo nazionale si è impegnato, dopo il terremoto di Amatrice, a predisporre
un piano pluridecennale di messa in
sicurezza del territorio nazionale dal rischio sismico e dal rischio
idrogeologico. La Regione deve immediatamente portare il progetto dell’idrovia
a livello di Progetto Definitivo, classificarlo come progetto strategico di primo livello per il
Veneto e pretendere che venga inserito nel Piano Strategico nazionale e portare
avanti in parallelo un piano di manutenzione ordinaria e continua degli argini
di fiumi e canali. Questo è l’appello rivolto ai Sindaci perché continuino a
fare squadra e pretendano dalla Regione questo duplice passo fondamentale.
Le mutate condizioni climatiche fanno si che la frequenza dei
fenomeni meteorici eccezionali si vada accelerando e le alluvioni , anche se
speriamo sempre che non siano imminenti, sono però sempre immanenti. Non
possiamo aspettare altri 6 anni e, tanto meno, altri 50.
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