Po, Brenta, Tidone ma anche laghi di Como, Iseo e Maggiore sono tutti sotto la media.
La mancaza di precipitazioni e di abbondanti nevicate registrate negli ultimi messi hanno portato a livello di criticità numerevoli fiumi tra cui il Brenta. Infatti, arriva dal Veneto la prima segnalazione territoriale di diffusa criticità idrica. Ad esserne interessata è il comprensorio del fiume Brenta,
le cui portate scendono a valori minimi preoccupanti (15 metri cubi
al secondo), che costringono il locale Consorzio di bonifica a gestire,
con oculatezza, le derivazioni nelle rogge per garantire l’aspetto
igienico-sanitario, la sopravvivenza di fauna e flora (in particolare
quelle acquatiche), l’alimentazione di piccoli bacini, la ricarica della
falda, gli usi industriali.
“La situazione è preoccupante soprattutto in previsione dei mesi più caldi; per
ora la campagna riposa ma, in assenza di manto nevoso, rischiamo di non
avere riserve idriche per i momenti di necessità” commenta Francesco
Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la
Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
Nonostante lo stato di emergenza si potrebbe approfittare del livello basso delle acque per ripulire gli alvei dalla quantità di rifiuti e ramaglie presenti.
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