venerdì 16 settembre 2016

Dissesto idrogeologico, 100 milioni del fondo progetti per intervenire subito nelle aree urbane


Riportiamo quanto pubblicato da InSic.it - il sito italiano per i professionisti della sicurezza - sullo stanziamento di 100 milioni che serviranno al Paese per mettere in sicurezza le zone ad alto rischio idraulico ed idrogeologico. Di seguito sono spiegati i principali articoli che compongono il Decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Clicca qui per andare al testo completo del decreto, o scorri la pagina per conoscerne le generalità.

Il DPCM del 14 luglio 2016 indica le modalità di funzionamento del «Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico», istituito con legge 28 dicembre 2015, n. 221 al fine di consentire la celere predisposizione del piano nazionale contro il dissesto idrogeologico.
Ne regola finalità, beneficiari e accesso ai fondi, nonché il Monitoraggio dei progetti finanziati.
Beneficiari e finalità del FondoIl Fondo, da istituire presso il Ministero Ambiente, è diretto a favorire l'efficace avanzamento delleattività progettuali delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico e provvederà a rendere le stesse immediatamente cantierabili (art.1). Il finanziamento sarà concesso dietro presentazione diun progetto esecutivo previsto per l'avvio delle procedure di affidamento dei lavori attraverso l'elaborazione, anche non esplicita, dei livelli di progettazione inferiori.
Ne saranno beneficiari (art.2) i Presidenti delle regioni, in qualità di commissari di Governo contro il dissesto idrogeologico; non sono ammessi al finanziamento gli incarichi di progettazione già conferiti e le spese per rilievi e indagini appaltati anteriormente alla data di assegnazione dei fondi.

Accesso al FondoQuanto all'accesso ai fondi (art.3), le risorse saranno allocate su base regionale attraverso graduatorie di progettazione di interventi (una graduatoria/elenco per regione) sino alla concorrenza delle somme attribuite a ciascuna regione sulla base dei criteri di riparto stabiliti con successivo DPCM. In via prioritaria sono finanziate le progettazioni degli interventi inseriti nelle tabelle C e D del "Piano stralcio per le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta al rischio di alluvioni", di cui al DPCM 15 settembre 2015, ivi compresi gli incarichi di progettazione già conferiti a far data dal 15 settembre 2015.
Gli ulteriori interventi per i quali il «Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico» finanzia la progettazione saranno selezionati tra quelli inseriti nel data-base on lineReNDiS (Repertorio Nazionale degli Interventi per la Difesa del Suolo), a cura delle regioni e province autonome o dei soggetti dalle stesse accreditati.
Prevista una Verifica di ammissibilità (art.4) secondo le procedure previste dall'Allegato al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015 relativo alla «Individuazione dei criteri e delle modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico».
Si precisa (art. 4.4) che le risorse saranno prioritariamente destinate alla progettazione degli interventi integrati, finalizzati sia alla mitigazione del rischio sia alla tutela e al recupero degli ecosistemi e della biodiversità, ovvero che integrino gli obiettivi della direttiva 2000/60/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque, e della direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni. Gli interventi contro il dissesto idrogeologico non possono prevedere opere accessorie (art.4.5)

Entità del Fondo ed erogazioneIl finanziamento concesso per la redazione del progetto esecutivo è determinato, in relazione alla tipologia dell'intervento, in base alle percentuali riportate nell'Allegato 1 al DPCM 14/7/2016, applicate all'importo complessivo dell'intervento costituito dalla somma dell'importo dei lavori e degli oneri della sicurezza e delle somme a disposizione della stazione appaltante. L'erogazione del finanziamento avverrà in tre tranches (definite all'art.6.2): la prima quota pari al 26% è trasferita all'atto dell'assegnazione del finanziamento; la seconda pari al 47% è trasferita dopo il completo inserimento dei dati dei singoli interventi nel Sistema di Monitoraggio Unitario, BDU (Banca Dati Unitaria), istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze; l'ultima quota, pari al saldo della spesa sostenuta e comunque non superiore al 27% del valore complessivo del finanziamento, è trasferita previa certificazione della spesa sostenuta nel sistema di monitoraggio unitario sopra richiamato pari al 75% del valore della seconda quota.

MonitoraggioIl Sistema di Monitoraggio Unitario, BDU (Banca Dati Unitaria), istituito presso il Ministero dell'economia è deputato al monitoraggio della progettazione degli interventi (art.7). La trasmissione dei dati viene effettuata attraverso il sistema SGP (Sistema Gestione Progetti) e le informazioni così acquisite saranno rese disponibili al sistema ReNDiS attraverso un adeguato protocollo di colloquio telematico.



L'intervento del Dott. Antonio Draghi alla conferenza di Vigonovo

Il Comitato Brenta Sicuro vi ripropone in formato digitale l'analisi che il dott. Antonio Draghi ha prodotto in occasione della serata in memoria dell'alluvione del 1966, tenutasi Mercoledì 14 Settembre a Vigonovo e a cui hanno partecipato anche altri testimoni, ricordando a tutti noi in modo chiaro che quella è stata una tragedia di dimensioni spaventose, che non si dovrà MAI PIU' ripetere sia nei nostri territori, che nel resto d'Italia. I modi per evitare questo tipo di calamità naturali ci sono, per questo DOBBIAMO unire le forze e fare pressione in modo che gli organi di competenza si mettano in moto per effettuare ciò che dovrebbe essere L'ORDINARIA PREVENZIONE.

L'intervento:

VIGONOVO 14 SETTEMBRE 2016 - Antonio Draghi
1.Sono passati 50 anni dalla grande alluvione del 1966. Quando i media parlano dell’alluvione del novembre del 1966 comunemente  intendono quella che tra i giorni 3 e 4 interessò disastrosamente la città Firenze. In realtà le regioni più colpite furono quelle del Nord-Est dove avvennero estese inondazioni e numerose frane. Nelle regioni settentrionali i morti furono 87. Gli sfollati furono oltre 42.000, di cui 25.800 in Veneto. In Pianura Padana e nella Pianura Veneta furono inondati almeno 137 kmq di territorio, e furono riportati danni in almeno 209 Comuni. Fra i comuni che ebbero più danni e moltissimi sfollati ci fu Vigonovo. Il Brenta in piena eccezionale respinse le acque della concomitante piena del Bacchiglione che scendevano dal Piovego, il quale esondò e ruppe.
2.Dopo aver disatteso per decenni i piani predisposti subito dopo quella alluvione, furono alcuni comitati che sulla base degli studi e delle indicazioni dell’Istituto di idraulica e idrodinamica dell’Università di Padova diretto dal prof. Luigi D’Alpaos, fecero ripartire  un processo positivo di presa di coscienza, di consapevolezza del rischio che continuava a persistere in tutta questa vasta zona. All’opera di sensibilizzazione dei comitati cittadini seguirono via via  le prese di posizione di tanti comuni, veneziani e padovani. C’era però prima di tutto da sconfiggere una visione imperante, quella speculativa del territorio, che configgeva con la nostra che pretendeva la salvaguardia delle vite e dei beni dei cittadini. Ricordiamo che di fatto si voleva usare per la camionabile , accompagnata dai pioni dell’elettrodotto aereo, il sedime da tempo predisposto per l’ idrovia e  in buona parte già espropriato. Mentre  il completamento dell’idrovia sarebbe stato con tutta evidenza la soluzione per le piene del Brenta e per quelle del Bacchiglione, soprattutto per quelle congiunte di Brenta e Bacchiglione. (Brenta e Bacchiglione sono un unico sistema idraulico). Convegni, manifestazioni, pressioni, ma anche inchieste e arresti eccellenti . Abbiamo arrestato la camionabile ( salvo che è ancora indicata nella pianificazione regionale) abbiamo bloccato, anche se non del tutto, la prepotenza di Terna e il suo vergognoso e primitivo elettrodotto aereo.
3.Sei anni fa, nel 2010, una nuova alluvione; stavolta nel vicentino e nel vicino territorio padovano attraversato dal Bacchiglione. Dopo quest’ altra alluvione, finalmente il tema della prevenzione ha incominciato a farsi strada. Ma si doveva, e ancora si deve, sconfiggere un’altra visione distorta, quella che ritiene essere più conveniente aspettare il fenomeno, rispondere all'emergenza grazie,  seppellire i morti e riparare i danni Ma si tratterà come sempre solo di una parte dei danni. Ignorando fra l’altro che, sia nel caso dei terremoti che in quello delle alluvioni, il danno principale è quello che dà l’insicurezza  ancor prima che l’evento si scateni, quella angoscia latente  che priva ognuno di noi  di quella tranquillità psicologica che ogni cittadino cosciente merita per sé,  per la propria famiglia, per la propria comunità, per le proprie attività, per la propria terra.
4. E finalmente la Regione si è decisa a predisporre il Progetto Preliminare del completamento dell’Idrovia che funzionerà in primo luogo come scolmatore di 350 mc/sec. in caso di piena nel bacino Brenta Bacchiglione. Un primo passo avanti e una prima vittoria per chi ha pensato al recupero di quest’opera incompiuta e per chi si è mobilitato e si è battuto.  Ma non basta ! E non bastano i primi interventi, ancora molto parziali, sugli argini del Bacchiglione-Roncajette  e su quelli del Brenta Cunetta, argini che sono in condizioni disastrose, come non bastano i bacini di laminazione a monte di Vicenza.
5. Ora c’è una grande occasione che non bisogna perdere. Il governo nazionale si è impegnato, dopo il terremoto di Amatrice, a predisporre un piano pluridecennale  di messa in sicurezza del territorio nazionale dal rischio sismico e dal rischio idrogeologico. La Regione deve immediatamente portare il progetto dell’idrovia a livello di Progetto Definitivo, classificarlo come  progetto strategico di primo livello per il Veneto e pretendere che venga inserito nel Piano Strategico nazionale e portare avanti in parallelo un piano di manutenzione ordinaria e continua degli argini di fiumi e canali. Questo è l’appello rivolto ai Sindaci perché continuino a fare squadra e pretendano dalla Regione questo duplice  passo fondamentale.

Le mutate condizioni climatiche fanno si che la frequenza dei fenomeni meteorici eccezionali si vada accelerando e le alluvioni , anche se speriamo sempre che non siano imminenti, sono però sempre immanenti. Non possiamo aspettare altri 6 anni e, tanto meno, altri 50.



mercoledì 14 settembre 2016

Altro articolo con la testimonianza del presidente del Consorzio Paolo Ferraresso


Appuntamenti della mostra fotografica itinerante sull'alluvione del 1966


In occassione del 50esimo anniversario, il consorzio di bonifica Bacchiglione ha organizzato diverse serate a tema sull'alluvione del 66 che ha messo in ginocchio gran parte del Veneto! E' importante ricordare il passato per intervenire al meglio sul futuro! Partecipiamo!

14/09/2019 PRIMA SERATA DELLA MOSTRA ITINERANTE DEL CONSORZIO A VIGONOVO (VE)



4 Febbraio 2016: di idrovia.. ne parlavamo così! Avanti tutta!

L'idrovia Padova-mare prende forma!
(articolo redatto, a nome dei Comitati uniti per l'idrovia Padova-mare, da Martino Emanuele, Danilo Franceschin, Marino Zamboni. Autore della bellissima foto Martino Emanuele).
Solo venti mesi fa l’ipotesi di trovarci vicini al momento di discutere la progettazione, seppur preliminare, sarebbe sembrata fantascienza. Le note vicende giudiziarie che hanno coinvolto i vertici politici regionali, hanno di fatto modificato gli orientamenti della politica, che oggi appaiono maggiormente vicini alle esigenze del nostro territorio. L’impressione è che, dopo molti anni dove si consideravano “motore di sviluppo” strade e cemento, (molto spesso rivelatesi inutili od addirittura dannosi), oggi si preferiscano, finalmente, le opere di mitigazione, manutenzione e miglioramento ambientale del territorio.
Il progetto dell’Idrovia Padova-mare rispecchia questo positivo cambio di rotta. Il contributo determinante è stato dato dalle Amministrazioni locali delle provincie di Padova e Venezia, dai cittadini e dai comitati, che hanno in più occasioni richiesto il completamento di un’opera oggettivamente utile per l’economia e la sicurezza dei territori escludendo, quindi, camionabili, ferrovie, elettrodotti.
Il percorso di progettazione è lungo, dal momento che prevede, oltre alla progettazione preliminare (che vedrà la luce l’8 marzo), anche la progettazione definitiva ed esecutiva.(in basso scopo preciso delle varie fasi di progettazione)
Il completamento di queste tre fasi (oltre alle autorizzazioni ambientali, gli eventuali ricorsi ed approfondimenti), è previsto dall’Autorità di bacino, nel piano redatto, entro il 2021. Il relativo documento, nella sua forma definitiva, non prevede programmazioni successive al 2021; fra l’altro non contemplate dal piano né tanto meno valutate dalla Commissione Europea (i nostri comitati avevamo evidenziato si sarebbe trattato di mere ipotesi, poco attendibili anche dal punto di vista degli stanziamenti).
Il documento, che verrà inviato alla commissione Europea dopo l’approvazione nazionale entro il prossimo 22 marzo, contiene il preciso impegno previsto nella somma di 5 milioni di euro. Si può affermare con una certa serenità che questo impegno, condiviso con la Commissione Europea, rappresenti il "punto di non ritorno", quindi la fondata e concreta possibilità di realizzazione dell’opera; dal momento che l’utilità del completamento dell’Idrovia per la gestione delle piene del bacino Brenta-Bacchiglione, già confermata dagli studi del professor d’Alpaos e dall’inserimento nelle opere fondamentali dopo l’evento alluvionale del 2010, viene stabilita in un Piano organico di opere, il Piano per la Gestione da Rischio Alluvioni, che ha funzione non solo di risposta “emergenziale” ma in funzione di programmazione e pianificazione delle opere necessarie.
Il riferimento di costo dell’idrovia è lo studio di fattibilità, risalente al settembre 2012, che indica in 534 milioni di euro il completamento dell’opera secondo la scelta (fra le 3 possibili), di navigabilità in V^ classe-europea con funzione di scolmatore di 350 mc/sec.
Ora attendiamo i risultati della progettazione preliminare, tra cui la conferma - o meno- del costo, che dipende in buona parte dalle soluzioni tecniche che verranno adottate e dalla possibilità di riutilizzo dei manufatti oggi già esistenti (13 ponti stradali ed uno ferroviario, 2 conche di navigazione oltre che gli oltre 10 km già scavati, su 27 complessivi). Speriamo si riesca a contenere il costo ma soprattutto si propongano soluzioni ai problemi ambientali (salvaguardia idraulica dei territori assieme alle laminazioni nel vicentino, risoluzione e gestione del nodo idraulico del Novissimo e salvaguardia dei territori di Mira, ossigenazione e gestione dei sedimenti in laguna, bacino d’acqua per i momenti di siccità, navigazione commerciale con beneficio nella riduzione della CO2).
In qualsiasi caso i nostri comitati non si accontenteranno di compromessi, (siano essi di progettazione, qualitativi, ambientali) e chiederanno, in ogni sede istituzionale ed in ogni momento di confronto, la reale partecipazione alle scelte progettuali.
Lo faremo, convinti dell’importanza della condivisione del tema, sempre a fianco degli amministratori locali.
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Lo scopo preciso delle varie fasi di progettazione:
-. Il progetto preliminare definisce le caratteristiche qualitative e funzionali dei lavori, il quadro delle esigenze da soddisfare e delle specifiche prestazioni da fornire e consiste in una relazione illustrativa delle ragioni della scelta della soluzione prospettata in base alla valutazione delle eventuali soluzioni possibili, anche con riferimento ai profili ambientali e all'utilizzo dei materiali provenienti dalle attività di riuso e riciclaggio, della sua fattibilità amministrativa e tecnica, accertata attraverso le indispensabili indagini di prima approssimazione, dei costi, da determinare in relazione ai benefici previsti, nonché in schemi grafici per l'individuazione delle caratteristiche dimensionali, volumetriche, tipologiche, funzionali e tecnologiche dei lavori da realizzare; il progetto preliminare dovrà, inoltre consentire l'avvio della procedura espropriativa.
-. Il progetto definitivo individua compiutamente i lavori da realizzare, nel rispetto delle esigenze, dei criteri, dei vincoli, degli indirizzi e delle indicazioni stabiliti nel progetto preliminare e contiene tutti gli elementi necessari ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni e approvazioni. Esso consiste in una relazione descrittiva dei criteri utilizzati per le scelte progettuali e delle caratteristiche dei materiali prescelti e dell'inserimento delle opere sul territorio; nello studio di impatto ambientale ove previsto; in disegni generali nelle opportune scale descrittivi delle principali caratteristiche delle opere, e delle soluzioni architettoniche, delle superfici e dei volumi da realizzare, compresi quelli per l'individuazione del tipo di fondazione; negli studi e indagini preliminari occorrenti con riguardo alla natura e alle caratteristiche dell'opera; nei calcoli preliminari delle strutture e degli impianti; in un disciplinare descrittivo degli elementi prestazionali, tecnici ed economici previsti in progetto nonché in un computo metrico estimativo. Gli studi e le indagini occorrenti, quali quelli di tipo geognostico, idrologico, sismico, agronomico, biologico, chimico, i rilievi e i sondaggi, sono condotti fino ad un livello tale da consentire i calcoli preliminari delle strutture e degli impianti e lo sviluppo del computo metrico estimativo.
-. Il progetto esecutivo, redatto in conformità al progetto definitivo, determina in ogni dettaglio i lavori da realizzare e il relativo costo previsto e deve essere sviluppato ad un livello di definizione tale da consentire che ogni elemento sia identificabile in forma, tipologia, qualità, dimensione e prezzo. In particolare il progetto è costituito dall'insieme delle relazioni, dei calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti e degli elaborati grafici nelle scale adeguate, compresi gli eventuali particolari costruttivi, dal capitolato speciale di appalto, prestazionale o descrittivo, dal computo metrico estimativo e dall'elenco dei prezzi unitari. Esso è redatto sulla base degli studi e delle indagini compiuti nelle fasi precedenti e degli eventuali ulteriori studi e indagini, di dettaglio o di verifica delle ipotesi progettuali, che risultino necessari e sulla base di rilievi planoaltimetrici, di misurazioni e picchettazioni, di rilievi della rete dei servizi del sottosuolo. Il progetto esecutivo deve essere altresì corredato da apposito piano di manutenzione dell'opera e delle sue parti da redigersi nei termini, con le modalità i contenuti, i tempi e la gradualità stabiliti dal regolamento


Presentato il nuovo roll-up del Comitato in collaborazione con il Comune di Campolongo Maggiore


LA LEZIONE DEL ‘66. COSA ABBIAMO IMPARATO 50 ANNI DOPO LA GRANDE ALLUVIONE?

MERCOLEDI' 14 SETTEMBRE - Ore 20:30 - Villa Zanon DI VIGONOVO (Municipio).
Conferenza ed inaugurazione mostra fotografica itinerante per non dimenticare l’alluvione del ‘66.
Progetto e proposta che il Consorzio di bonifica Bacchiglione ha curato con i comuni del bacino Sesta Presa in occasione del 50° anno dal tragico evento.
Intervento di Legambiente Sarmazza Saonara - Vigonovo e Comitato Brenta Sicuro.
ore 21:30 - Rotonda di fronte al Municipio - Villa Zanon.
Serata dedicata al ricordo di Vigonovo e della sua storia nel 50° anno dall’alluvione del ’66. La rotonda davanti al Municipio sarà per l’occasione straordinariamente chiusa al traffico e diventerà una piazza ad uso pedonale, dove si esibiranno artisti e da dove sarà possibile ammirare il fascino e apprezzare il prestigio di Villa Zanon, sede del nostro comune. Saranno aperti al pubblico gli spazi del municipio e le sue meravigliose stanze.
Durante la serata, sulla rotonda stradale, si alterneranno le musiche suonate dal vivo da tre nomi straordinari della nostra musica e che Vigonovo in questa occasione ha la fortuna di presentare.
Venezia e l’affine convivenza con un mondo fatto d’acqua, di fiumi e di canali fanno di GUALTIERO BERTELLI, la sua voce ed i suoi strumenti il cantautore più adatto a raccontarci quanto vicina sia la laguna, la sua storia e le sue genti.
La Riviera del Brenta scritta, descritta e cantata da un rapper che ha unito il nostro dialetto ai suoni e agli stilemi della cultura musicale del rap. HERMAN MEDRANO.
Il Brenta come ogni fiume ha caratterizzato e condizionato le vite delle popolazioni e dei paesi. Anche in America i fiumi fanno il loro corso e proprio le acque del Mississippi sono state la culla di un genere musicale unico come il blues. KRIS BLUES BAND ci porterà con i suoi suoni in una terra che non è poi così lontana.




venerdì 9 settembre 2016

giovedì 8 settembre 2016

INSUFFICIENZE IDRAULICHE - tratto da un articolo di Mario Pizzolon

"Insufficienze della rete idrografica minore:
1) Un ruolo negativo lo ha avuto l'urbanizzazione selvaggia del territorio senza molto preoccuparci delle conseguenze che sarebbero derivate da queste attività.
2) Gravi errori della pianificazione dell'uso del territorio in quanto è stato deciso l'insediamento in zone che erano pericolose dal punto di vista idraulico.
3) Perdita della cultura della manutenzione delle opere. Nessuna opera dell'uomo mantiene la sua efficacia in termini di risultati se non viene mantenuta (ormai è sparito anche dai capitoli di spesa).
L'uomo ha responsabilità molto rilevanti e in alcuni casi determinanti. E le responsabilità sono da attribuire alla nostra generazione non a quelle che ci hanno preceduto perchè le alluvioni da insufficienza della rete idrografica minore sono accaduti in modo evidente a partire dagli anni 60 del secolo passato e, con il progredire degli anni, questa situazione è peggiorata.
Insufficienze della rete idrografica principale.
Problemi importanti per la struttura idrografica del Veneto, si considerino infatti la portata (mc/s) prevista a monte di alcune località lungo i fiumi della nostra regione e la “sopportabilità del tratto a valle”:
TAGLIAMENTO A PINZANO 5000 - A VALLE DEL SUO DIVERSIVO CAVRATO 1600
LIVENZA A MOTTA 1500 - 1200
PIAVE A NERVESA 4850 - A VALLE DI PONTE DI PIAVE E QUINDI SAN DONà 3000
BRENTA A BASSANO 2700 - PADOVA 1600
BACCHIGLIONE A PADOVA 650 - A VALLE 500
ADIGE A TRENTO 2300 – RISOLUZIONE CON LA GALLERIA ADIGE-GARDA TERMINATA NEL 1959 DA 500
La pericolosità dei grandi fiumi è stata anche in questo caso accresciuta dall'uomo, magari per interventi eseguiti anche in un passato lontano che hanno comportato un sottodimensionamento delle sezioni dei fiumi rispetto alle portate massime che si possono verificare.
Si agisce e si è agito comunque negativamente anche nel passato prossimo eccedendo nella utilizzazione delle risorse idrauliche.
Non si ha solo l'effetto dell'acqua che non scorrere più nei fiumi ma si verificano anche conseguenze negative nell'evoluzione morfologica degli alvei, i quali, se impegnati da piene importanti, hanno sezioni del tutto inadeguate.
Si consideri altresì il problema delle aree occupate ma di stretta pertinenza fluviale (residenze e zone di attività produttive).
La Commissione De Marchi istituita dal Governo dopo l'alluvione del 4 novembre 1966 indicò con chiarezza le opere da realizzare per porre in sicurezza i più importanti fiumi della nostra Regione.
Ma le opere degli Atti della Commissione non vennero mai realizzati, a meno di un'opera che trovò la convergenza di “interessi particolari”."

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